Camminare in città non sempre è agevole e sicuro, allora attraversare sulle strisce pedonali, ma chi le ha inventate
La città offre ai suoi abitanti numerosi strumenti per viaggiare e spostarsi al suo interno. E la dimensione urbana della vita contemporanea obbliga ad una precisa organizzzazione del traffico e della viabilità all’interno dei centri abitati. La mobilità infatti è uno dei grandi problemi che tutte le città devono affrontare.
Dal contesto urbano poi non sono esclusi i pedoni e intorno ai diritti e alla sicurezza dei pedoni che si delineano molte norme che impongono limiti e regole al traffico dei veicoli. Non casualmente gli attraversamenti pedonali sono regolati dalle norme del Codice della Strada. Attraversare la strada per raggiungere il marciapiede opposto non può essere una sfida alla sorte.
Come sono nate le strisce pedonali
Lo scopo delle strisce pedonali è proprio creare e garantire uno spazio della carreggiata ben riconoscibile da parte del conducente, il quale deve concedere la precedenza a chi si trova ad attraversare detto spazio. Le strisce bianche consentono di raggruppare i pedoni e di identificare senza ombra di dubbio gli attraversamenti pedonali.
Ciò garantisce la sicurezza del pedone quanto quella di chi guida un veicolo, infatti quest’ultimo deve necessariamente rallentare e fermarsi per concedere il passaggio. Purtoppo gli incroci, che più spesso presentato strisce e attraversamenti, sono luogo di incidenti proprio per il mancato rispetto della segnaletica orizzontale, strisce pedonali comprese.
Ma queste come sono nate? In effetti con lo sviluppo del traffico automobilistico si è sviluppata l’esigenza di garantire la sicurezza dei pedoni nell’attraversamento di strade e arterie stradali sempre più congestionate dai veicoli a motore. Con lo sviluppo della città contemporanea e la presenza di mezzi di trasporto sempre più veloci, la questione della sicurezza di chi andava a piedi è divenuta centrale.
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Agli inizi del 900 si iniziarono a tentare i primi interventi per regolare e moderare il traffico cittadino, soprattutto nelle grandi città statunitensi. Nel corso degli anni ’30, si prese ad usare delle borchie metalliche inserite nell’asfalto. Poi si introdussero linee prima continue e poi tratteggiate per una segnalitica stradale però poco visibile.
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Solo nel anni ’50 un ingegnere del traffico inglese brevettò delle strisce sul modello zebra, introdotte in Inghilterra nel 1951 e che ben presto si imposero in tutto il mondo. Per concludere si può ricordare che il Codice della Strada impone degli obblighi ai veicoli ma allo stesso tempo dispone prudenza e attenzione per tutti, compresi i pedoni.