La situazione internazionale influenza l’economia europea, a breve possibile un aumento alle pompe per benzina e diesel
La situazione economica internazionale, legata sempre a doppio filo alle fasi della guerra tra Russia e ucraina, non volge al sereno. Oltre alle conseguenze del rincaro dei tassi di interesse di 50 punti base, lo 0,50%, tra breve giungeranno quelle derivanti dall’entrata in vigore dell’imbargo di tutti i prodotti petroliferi raffinati provenienti dalla Russia.
Si tratta di una decisione annunciata da tempo e quindi in qualche modo attesa dai mercati nazionali dei paesi europei. Ma che potrebbe avere degli effetti negativi per i prezzi di carburanti e prodotti derivati dal petrolio. La situazione italiana del mercato di carburanti è già agitata con i rincari dopo lo stop al taglio delle accise, deciso dal governo Meloni.
I prezzi di benzina e diesel sono aumentati dal 31 dicembre 2022, fine del taglio alle accise, rispettivamente del 13,8 e del 12%. In media la benzina costa al distributore circa 23 centesimi in più al litro, che corrispondono a 11,36 euro in più per un pieno da 50 litri. Il diesel invece costa circa 20 centesimi al litro in più, che sono 11,20 euro per un rifornimento completo.
I dati settimanali forniti dal Ministero dell’Ambiente indicano i prezzi della benzina al servito a circa 2,051 euro al litro e del gasolio a 2,007 euro al litro. Per il self service i prezzi variano tra 1,904 e 1,926 euro per il diesel e tra 1,859 e 1,883 euro per la benzina. Dal 5 febbraio, con la fine delle importazioni di gasolio russo, mancheranno alla domanda nel mercato europeo circa un quarto dei barili.
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Si corre il pericolo quindi che immediatamente i prezzi aumentino nelle reti di distribuzione nazionali per il gasolio quanto per la benzina. L’Italia è abbastanza coperta con le riserve a sua disposizione, ma l’incremento dei costi per il trasporto avrà dei riflessi sui prezzi alle stazioni di servizio. La speranza per i mercati è che il gasolio russo sia sostituito da quello proveniente dai Paesi arabi.
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Intanto in Italia il governo ripropone, la cosiddetta accisa mobile, introdotta da Prodi, cioè la riduzione delle accise che avviene se il prezzo di benzina e diesel cresce, rispetto alle previsioni del Documento di programmazione economico-finanziaria.