Vasta eco dopo le dichiarazioni del ministro ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sulle auto elettriche
Il mercato delle auto elettriche ha registrato una decisa flessione nel corso del 2022, nonostante i miglioramenti della rete di infrastrutte pubbliche per la ricarica (in autostrada le colonnine restano poche). Evidentemente i rincari energetici, le difficoltà economiche e i prezzi di listino hanno un peso notevole nelle tasche degli italiani.
La tendenza è stata confermata nel mese di gennaio con un’immatricolazione di auto elettriche pure ferma al 2,7% e di ibride plug-in (si ricarica alla colonnina) al 4,7%. Tuttavia almeno dal punto di vista legislativo sul mercato europeo è il 2023 ha segnato la svolta con la decisione della Commissione e del Parlamento europei di sospendere a partire dal 2035 la vendita di vetture a motore endotermico (a benzina e derivati dal petrolio).
In un intervista rilasciata qualche giorno fa a Radio 24 l’esponente del governo ha dichiarato che l’auto elettrica “è fatta solo per i ricchi“. Inoltre ha ricordato la presenza nel parco auto in Italia (circa 40 milioni di vetture) di circa 2 milioni di auto Euro 1 ed Euro 2. Secondo il ministro il pensiero di sostituire con la tecnologia elettrica le vetture in Italia è “inimmaginabile”.
L’obiettivo del 2035 non è bocciato dall’uomo di governo, ma raggiungibile solo con meno ideologia e più equilibrio. Anche secondo l’amministratore delegato di Stallantis Carlos Tavares l’auto elettrica è fuori dalla portata della classe media senza incentivi statali. Il nuovo governo ha stanziato, nel 2023, 630 milioni di euro di incentivi per l’acquisto auto di cui 190 per i veicoli elettrici, 235 per gli ibridi plug in, 150 milioni (già esauriti per altre categorie).
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Alle parole di Pichetto Fratin si aggiungono quelle dell’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) che critica apertamente la proposta della Commissione europea di introdurre auto Euro 7, soprattuto riguardo i tempi di applicazione del provvedimento, alla modifica dei metodi di prova dei mezzi pesanti e ai previsti nuovi limiti di emissione.
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A giudizio degli industriali i tempi sono impraticabili mentre le proposte tecniche sono lacunose e contraddittorie. Addirittura le idee avanzate potrebbero determinare aumenti nei consumi di carburanti e quindi essere controproducenti nella riduzione di emeissione di CO2. Il dibattito sull’auto elettrica è solo all’inizio.