Molte persone non lo sanno. Ma alcune auto hanno la sesta marcia, che si aggiunge alla quinta. A cosa serve e dove trovarla
Il cambio è considerato uno dei dipositivi fondamentali per un’automobile. Chi si vanta di guidare bene e di amare la guida del veicolo a quattro ruote non potrebbe mai rinunciare al divertimento del cambio manuale in favore del più moderno cambio automatico. Saper ‘sentire’ il motore, ed assecondarlo quando chiede il cambio marcia fa entrare in rapporto dialogico con la vettura. Ed a questo scopo sono fondamentali le marce, che molto tempo fa erano quattro, più la retromarcia, ora sono cinque in quasi tutte le vetture. Ad eccezione di quelle che hanno la sesta marcia.
Il cambio generalmente può essere posizionato in diverse zone dell’auto:
• zona anteriore o centrale: tra gli pneumatici e le sospensioni anteriori, nell’avantreno;
• posteriormente: in questa posizione solo su alcuni mezzi a trazione posteriore.
In base a come viene utilizzata la marcia non solo si garantisce la buona tenuta della guida ed il risparmio sul carburante, ma si evita anche di usurare il veicolo.
Sesta marcia: a cosa serve e se conviene
Quando si guida ad una certa velocità, mano mano che si accelera si cambia marcia fino alla quinta. Essa conferisce una maggior prestazione al veicolo, specialmente se la velocità di marcia è piuttosto costante. Ed allora si può approfittare della sesta marcia, per chi ce l’ha. La sesta marcia è entrata nel mercato automobilistico negli anni Duemila. Tuttavia sono ancora poche le auto che ce l’anno. Permette una prestazione migliore in autostrada, ma si deve essere capaci ad utilizzarla bene.
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Usando la sesta marcia il veicolo consuma di meno e fa risparmiare carburante. Ed allo stesso tempo sono minori le emissioni. Tuttavia ci sono anche degli svantaggi. La sesta marcia tiene meno la strada, dunque è indicata per una strada dritta e senza ostacoli.
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Se si è in un tratto autostradale, dove magari a causa di sorpassi frequenti si deve cambiare marcia spesso, la sesta non è consigliata, perché nel cambio la ripresa è più lunga e consuma molto più carburante.